leadership

Imparare la leadership in un call center?

Daniel Goleman è uno psicologo, condirettore del Consortium della Rutgers University che studia come l’intelligenza emozionale sia  correlata alla eccellenza.  Ha scritto un libro “Leadership: The Power of Emotional Intelligence”, che parla di come la capacità di identificare e monitorare le emozioni ed i feeling, propri e degli altri, è la qualità chiave dei grandi leader.

Daniel (New York Times del 7 aprile scorso) ci propone anche una lista di abilità, legate alla leadership, da coltivare:

  1. SELF-AWARENESS: Introspezione  emozionale e capacità di comprendere I propri feeling e di gestirli.
  2. SELF-MANAGEMENT: Capacità di mantenere la calma sotto pressione e di auto motivazione, per il raggiungimento degli obiettivi.
  3. EMPATIA: Empatia cognitiva ed emozionale: la capacità di saper leggere con accuratezza I feeling degli altri, e quindi la capacità di ascolto,  rende la comunicazione molto efficace.
  4. COMPETENZE RELAZIONALI: Saper far presente il proprio punto di vista in modo chiaro e persuasivo. Lavorare in team in modo che le persone si sentano a proprio agio nel lavorare con te, ed il sorriso sia frequente   nell’ambiente di lavoro.

leadershipMa come fare ad acquisire queste quattro abilità , tutte e quattro legate ai feeling, a coltivarle,  rafforzarle, o semplicemente a prendere atto del  livello a cui ci si trova riguardo ad esse?

Possiamo studiare, cercarci un maestro, trovare un leader cercando di emularlo.

Oppure possiamo fare una esperienza di vendita, vendere qualcosa, B2B o B2C o C2C, magari  in un call center, ma con tecniche di Feel Center.

Un  Feel Center si basa sulla intelligenza emotiva messa in pratica.

Per migliorare la proprie competenze emotive e diventare un leader parti da un Feel Center.

Da qualche punto devi partire, no?

Per saperne di più chiama Feel Center al numero 06/3534 730 oppure scrivi a info@feelcenter.it 

domade feel

Ci sono domande e… domande Feel

Come ogni professionista della vendita ben sa, il processo di vendita inizia con delle domande.

Ma esistono domande fredde e domande calde. Domande che aprono, e domande che chiudono. Domande CALL e domande FEEL.

Facciamo un esempio. Un venditore che vende servizi di web marketing a piccole aziende, negozi, esercizi commerciali, etc ; entra in una pizzeria ben avviata , con 50 tavoli, un volume di affari di molte centinaia di migliaia di euro.

DOMANDE CALL

  • Posso presentarle il servizio di web marketing?
  • Lei già conosce i nostri servizi?
  • Avete servizi di web marketing?
  • Utilizzate i servizi Google?
  • Chi si occupa di marketing da voi?
  • Quanto spende in pubblicità?
  • Conoscete i social network?
  • Sapete quanto potete risparmiare con il web?

domande call

DOMANDE FEEL

  • Come è iniziata la giornata?
  • Come ha passato il pomeriggio?
  • Come vede il suo lavoro in relazione alla sua passione?
  • Cosa le piacerebbe fare se le regalassi 10.000 € al mese?
  • Cosa le piacerebbe cambiare nella sua pizzeria?
  • Che cosa le piacerebbe trovare dentro l’uovo di Pasqua?
  • Che cosa le piacerebbe trovare sotto l’albero di Natale?
  • Quale è il progetto che più le piacerebbe fare?
  • Se avessi la bacchetta magica che cosa le piacerebbe che facessi per lei?
  • Se fossi il genio della lampada mi direbbe i suoi 3 desideri?
  • Se le dico passione che cosa le viene in mente?eric cormstock

Provate ad entrare da un cliente con queste domande e vedrete come aumentano le vendite. Sia le vostre, che quelle del cliente. Provare per credere.

Per saperne di più visita il sito o contatta un nostro Feel Coach!

Scrivi a a.reggiani@feelcenter.it 

Autore immagine: Eric Cormstock
migliorare le vendite 2

Per migliorare le vendite si può iniziare con le statue all’ingresso del palazzo

Alcuni giorni fa è venuto nella nostra sede un grande imprenditore, presidente e fondatore di un gruppo leader nella fornitura di servizi, che ha creato tanto valore e tanto lavoro, anche per i giovani. Tra andata e ritorno ha investito su di noi almeno quattro ore del suo tempo.

Ha voluto sapere del nostro metodo per migliorare le vendite e dei nostri spettacoli, ed abbiamo parlato di vendita e di matematica, anzi di vendita matematica.

Ha voluto che gli illustrassimo l’albero del PUK, un grande albero in legno che utilizziamo per la formazione dei venditori, che altro non è che l’immagine del cliente, di tutti i clienti, i suoi ed i nostri, e quindi anche la sua immagine, in quanto, in quel momento, lui era il cliente e noi i venditori.

migliorare le vendite

L’albero gli è piaciuto e ci ha detto una cosa molto importante, e cioè che ha saputo da un agronomo che le radici di un albero hanno la stessa ampiezza delle fronde: più grandi sono le fronde, più ampie e profonde sono le radici.

A quel punto ho detto che lo strumento più importante del venditore per migliorare le vendite è la pala, cioè la sua capacità di scavare nelle radici (delle persone).

aldo reggiani

Gli abbiamo illustrato il nostro metodo, molto strutturato, veloce e non invasivo, con cui eseguiamo una ANALISI , statistica, operativa e comportamentale, per capire da dove partire migliorare le performance di vendita delle aziende: una analisi che parte dall’alto, dal management e poi scende giù, per vedere cosa fanno i venditori, sul campo.

Alla fine dell’incontro ci ha chiesto se ci si potesse, inizialmente, concentrare su una parte del processo commerciale, e tentare di migliorare una piccola, per quanto importantissima fase, che potremmo definire “reperimento della merce da vendere”, cioè la fase dell’acquisizione di mandati commerciali.

Ma si può migliorare un pezzetto del processo commerciale, a valle, senza studiare cosa avviene nel quartier generale, cioè senza conoscere la cultura ed il management di una azienda?

L’azienda in questione ha una sede molto bella, con, all’ingresso, due statue stupende di figure femminili in marmo nero. Io ho detto che, paradossalmente, è più probabile che quel processo cambi partendo dalle statue all’ingresso della sua sede, che non cercando di partire dal basso.

Sì, ma come?

Per esempio mettendo in mano alle statue due cartelli che sintetizzino il progetto di cambiamento:

  1. in uno il messaggio, la direzione, la strategia del cambiamento
  2. nell’altro i numeri, cioè il monitoraggio costante (e, suggeriamo, fatto a mano) sull’incremento delle vendite e dei risultati.

Ovviamente bisogna avere un progetto. E un progetto non si può avere senza una ANALISI.

Facendo così , con un solo colpo, si otterrebbero molti obiettivi:

  • il messaggio sarebbe sintetico e chiaro
  • sarebbe una novità (quando mai le due statue hanno avuto un cartello in mano?)
  • sarebbe un segnale che il capo ci crede davvero
  • sarebbe un forte segnale di delega : il presidente indica la strategia, ma è compito dei manager e dei venditori attuarla
  • sarebbe un messaggio forte ed energizzante per tutti
  • nascendo da un lavoro di analisi sarebbe un progetto fondato su basi solide, e probabilmente condiviso

Provateci, è contagioso.

Aldo Reggiani

a.reggiani@feelcenter.it 

 

maze

Trovare lavoro? Mission possible!

Trovare un lavoro oggi sembra una mission impossible, e chi deve farlo si sente circondato da muri che è impossibile superare.

E invece non lo è non è difficile se si possiedono 3 competenze, delle quali, almeno nel nostro paese, vi è grande necessità e per le quali l’offerta di lavoro è molto superiore alla domanda. Quali sono queste competenze?

  • Il Problem Solving, cioè la capacità di risolvere problemi e di prevenirli, di studiare delle misure che impediscano ad un determinato  problema di riemergere
  • L’Innovazione, cioè la capacità di soddisfare vecchi bisogni dell’uomo con nuovi strumenti e la capacità di adattare vecchi strumenti per risolvere nuovi bisogni
  • La Vendita, cioè la capacità di scoprire sogni e bisogni del cliente e di soddisfarli in maniera con-vincente, in una maniera, cioè, in cui si vince in due, chi vende e chi compra.

Noi di Feel Center spingiamo i nostri clienti, e soprattutto i giovani,  ad investire in tali competenze, perché se non conosci queste 3 materie non riesci né ad  immaginare, né a vedere, le enormi possibilità di lavoro che esistono, alcune delle quali anche a portata di mano. Senza conoscenze non vedi cosa c’è dietro la siepe.trovare lavoro

Quindi una persona che non conosce il problem solving, non ha mai sperimentato dei metodi per innovare, ed ignora  i principi e le tecniche di vendita, utilizzerà presumibilmente

metodi CALL per trovare lavoro

  • cerca un “posto”
  • cerca  le “vacancies”
  • compila  un currriculum vitae
  • confronta offerte e domande di lavoro
  • legge annunci
  • si focalizza sulla propria esperienza passata
  • cura le proprie soft skills
  • non ha alcun interesse per posizioni commerciali
  • vorrebbe trovare e ricoprire ruoli amministrativi
  • non ha alcun interesse a fare impresa
  • i lavoratori anziani sono discriminati
  • orientamento dei giovani fatto in modo freddo, con software
  • tirocinio in aula
  • apprendistato in azienda
  • le aziende effettuano costosissime  attività di pre-selezione sperando di trovare la persona adatta

gateAl contrario, una persona che ha investito un pochino di tempo e di energie per imparare elementi di  problem solving, di innovazione, cioè di creatività applicata ai bisogni, ed i principi e le tecniche di vendita, VEDE il lavoro che c’è dietro il cancello ed utilizzerà presumibilmente

metodi FEEL per trovare lavoro

  • cerca continuamente e sistematicamente  bisogni e problemi
  • li cerca  in strada, nelle fiere, sul web
  • compila continuamente elenchi di mezzi/strumenti utili agli altri
  • incrocia strumenti (vecchi e nuovi) e bisogni (vecchi e nuovi)
  • visita fiere, eventi, associazioni
  • si focalizza sul futuro
  • cura molto le proprie competenze hard (problem solving, innovazione, vendita)
  • si concentra sui propri sogni e su quelli degli altri
  • impara presto a vendere, il lavoro più bello del mondo
  • considera tutti i lavori amministrativi posizioni ad altissimo rischio
  • ha un interesse crescente a fare impresa
  • alto interesse per l’universo ICT
  • va  controcorrente, con lo sguardo rivolto verso paesi avanzati
  • necessita di un giusto mix  di giovani e anziani
  • tirocinio sul campo
  • apprendistato con simulatore
  • per le aziende opportunità di sperimentare i candidati con servizi (commerciali o di problem solving) pagati a risultato

La good news?

Imparare il problem solving, l’innovazione e l’arte della vendita è facile e se vuoi puoi anche farlo con il nostro teatro di impresa

Per saperne di più, contatta Aldo Reggiani

via mail: a.reggiani@feelcenter.it 

oppure al numero 3357492944

vendita e matematica

Vendita e Matematica

Vendita e Matematica possono sembrare due parole che ben poco hanno a che fare l’una con l’altra. Vi dimostriamo che non è così.

Ormai quasi tutti hanno capito che la matematica, e  gli algoritmi, stanno cambiando il mondo in cui viviamo. E, che ci piaccia o meno, lo stanno rendendo, almeno nel medio termine, un mondo migliore.

vendita e matematicaGli algoritmi masticano numeri, cioè dati. I dati vengono raccolti da sensori. Sensori è una parola che etimologicamente deriva da sentire, ed è affine ad un’altra parola: sensazione. Sensazione in inglese si traduce (anche) con feeling. La vendita è (anche) una questione di feeling, come Feel Center srl ed i propri clienti, verificano ogni santo giorno.

Quindi la vera nuova scommessa per tutti coloro che si occupano di vendita, e di vendita emozionale, è quella di misurare le sensazioni e le interazioni  cliente-venditore, di raccogliere dati, analizzarli, sviluppare algoritmi ed addestrare i venditori ad usarli.

Chi opera nell’universo  retail, in particolare negli ipermercati, queste cose le conosce bene, anche perché, se non le conoscesse, non potrebbe continuare ad operare nel retail.

Ma che dire di chi opera nel B2B o nel B2C? per esempio, un  rappresentante di macchine per ufficio o un Account Manager che vende progetti di consulenza, o un operatore di call center outbound?

Un venditore call

non raccoglie dati, non effettua misurazioni, non analizza, ripete sempre le stesse esperienze, per abitudine o  per pigrizia, non scopre le radici dei problemi, si destreggia tra esperienze positive e negative, ma senza fare tesoro né delle une né delle altre.

Un venditore feel

utilizza i feeling e la matematica. Ma quale matematica? Ecco qui di seguito alcuni esempi.

  • minuti per scoprire il PUK di una persona
  • numero di PUK scoperti/settimana
  • numero di domande aperte in una sales call
  • quanto tempo parla il venditore/il cliente in una sales call
  • disegnare graficamente il processo di vendita
  • definire un problema di vendita-trasformarlo in equazione-risolvere l’equazione-risolvere il problema
  • diagramma di Pareto delle vendite perse
  • diagramma di Pareto delle vendite andate a buon fine
  • definire l’equazione del valore di un prodotto/servizio in funzione di un dato cliente

Se volessimo entrare in un territorio fanta(ma non troppo)scientifico , potremmo divertirci ad ipotizzare algoritmi feel del tipo:

  • frasi da dire/non dire in funzione del caratteristiche somatiche del cliente rilevate da una fotocamera scan,
  • in funzione dell’ora del giorno, della situazione meteorologia, della data di nascita,
  • strumenti misura empatia
  • rilevatori di tensione muscolare del venditore, inversamente proporzionale alla sua capacità di ascolto e quindi di vendita
  • determinazione dell’angolazione e dell’orientamento magnetico feng-shui propizio a far aprire il cliente, etc, etc.

Scherzi a parte, la scienza consente di  prendere decisioni e di adottare comportamenti commerciali vincenti, anzi con-vincenti (quelli con i quali  vince il venditore e vince anche il cliente) in funzione di algoritmi predittivi reimpostati.

Non  stiamo parlando di interazioni uomo-macchina, o macchina-macchina, ma di interazioni uomo-uomo, dove l’uomo è contemporaneamente sensore e percettore e i 5 sensi sono l’entry point di una  foresta di miliardi di neuroni.vendita e matematica

Naturalmente cambiare  approccio alla vendita non è indolore, sia perché  ogni cambiamento comporta fatica e, a volte, sofferenza (ma no pain no gain!), sia perché la matematica e gli algoritmi sono disruptive: distruggono vecchi modelli di business e ne creano di nuovi. Provocano fratture, ma nel farlo liberano energie, stimolano la creatività, creando nuove figure professionali.

Nel nostro caso la nuova figura che potrebbe nascere è il venditore matematico, un venditore che sa come gestire feeling, emozioni e sensazioni, un sensore raccogli dati, un professionista che guadagna tanti soldi, e tanti ne fa guadagnare, perché dispone di strumenti molto potenti, rappresentati da algoritmi  della vendita e da un’arma segreta: la matematica.

Feel Center sta conducendo una ricerca sulla vendita emozionale monitorata con elettrodi-sensori  applicati ai venditori.

Se vuoi saperne di più, scrivi a  a.reggiani@feelcenter.it

vendere bene

Vendere bene è questione di ascolto

Chi esercita oggi la nobile, e per certi versi misteriosa, professione del venditore, specialmente in campo B2B,  si trova spesso di fronte clienti depressi, demotivati, che iniziano a parlare dei mali dell’Italia e non la smettono più.

I politici rubano, o nel migliore dei casi sono ignoranti, le leggi sono incomprensibili e vessatorie. Spesso sono ad effetto retroattivo. Non c’è mai la certezza del diritto. Sembra che tutto e tutti ce l’abbiano con gli imprenditori e con le imprese, etc. etc”.

Il cliente parla, parla senza sosta, si lamenta, e non sai mai quando come fare per iniziare a parlare di business. Vendere bene è questione di ascolto, ve lo dimostriamo.

Il venditore CALL

Questo tipo di venditore fa finta di ascoltare il cliente, ma dentro la sua testa si tormenta e si chiede come fare per  cambiare discorso. “Ehi, amico, io sono qui perché ti devo vendere qualcosa!”. Nel frattempo cerca di tenerselo buono, di compiacerlo, magari con frasi (suicide) del tipo “Eh, a chi lo dice, anche per noi è dura, molto dura, ma che dobbiamo fare?”.

Siamo di fronte ad un venditore che si tormenta, perdendo energia, e non ascolta, perdendo credibilità e opportunità.

Il venditore FEEL

Il venditore FEEL, invece, sa che, paradossalmente, il metodo migliore per cercare di far smettere di parlare le persone  logorroiche  è quello di ascoltarle, sì, di ascoltarle  con una attenzione turbo, assoluta, bionica. Perché solo con questo tipo di attenzione assoluta l’altro in qualche modo si responsabilizza, e pensa, più o meno consciamente “Ma guarda questo tipo quanto è interessato a ciò che sto dicendo; mentre mia moglie, i miei figli, i miei stessi colleghi non mi ascoltano mai, anzi mi dicono di non rompere. Forse è meglio che penso bene a ciò che dico  perché questo tipo è una persona seria, non sembra un venditore”.

E così ecco che inizia un rapporto. Il  venditore può in ogni momento  chiedergli un chiarimento, un approfondimento con frasi del tipo “Lei ha detto, mi spieghi, mi faccia capire….”, ed il rapporto si consolida, nasce una certa fiducia.

Il cliente è sempre negativo, pessimista, ritiene di esser vittima dei politici, del governo, della società, a volte la colpa è addirittura di Obama, ma, tuttavia, si sta creando un rapporto con il nostro venditore, e ci si muove  progressivamente  da una situazione di monologo ad una di dialogo.

E’ a questo punto che il venditore FEEL può spiazzare il cliente con una domandina, semplice, semplice, facile, facile, ma profonda, strategica, da cui si potrebbe aprire un mondo. Ecco, qui di seguito, alcune di queste semplici domande:

  • E’ vero, Sig. Cliente, l’Italia va male, non posso darle torto, ma, mi dica, cosa la trattiene in questo paese?
  • Mi dica, nonostante quello che mi ha raccontato, cosa la tiene  ancora  attaccato al suo business, alla sua impresa?
  • Mi dica, Sig. Cliente, questa situazione legislativa assurda, colpisce solo lei o  anche i suoi concorrenti?
  • Mi dica, se le leggi che lei mi ha citato non ci fossero, quale sarebbe la differenza economica, in euro, per lei?
  • Chi è il leader del vostro settore e cosa fa di diverso da voi?
  • Se  uno come Steve Jobs prendesse in gestione la sua azienda, in questa città, in questo paese,  oggi, quali sono le prime 3 cose, secondo lei,  che farebbe?

E finalmente si inizia a parlare di business: si abbandona lo sterile piagnisteo per passare all’azione. Il venditore ha ottenuto l’Attenzione del cliente e il suo Interesse a parlare di lavoro. Ma non bisogna correre, bisogna capire, nel suo e nel nostro interesse.

I problemi, le difficoltà sono opportunità, ma il cliente ancora non le vede. E’ un problema di immaginazione. Guardate questa stupenda pubblicità di qualche anno fa della Microsoft sulla Harvard Business Review:

Immaginare il domani

Il venditore deve parlare di immaginazione, innovazione, soluzioni, prevenzione, invece di passare da un rimedio all’altro.

Vendita e Problem Solving si compenetrano e si completano a vicenda, nell’interesse, congiunto, di chi vende e di chi compra.

 

Vuoi raccontarci una situazione difficile, in salita, in cui, come venditore ti si trovato?

Oppure vuoi assistere a uno dei nostri spettacoli NO PROBLEM?

 

venditore

Il venditore come educatore

Quando si incontra un grande venditore è sempre una esperienza molto bella, perché un grande venditore è una persona che ti fa stare bene, ti dà energia, e ti aiuta a conoscerti meglio.

Un grande venditore è  curioso, vuole conoscere te, prima di venderti qualcosa, e vuole vedere, con la sua mente e con il suo cuore, se c’è qualcosa che può fare per te, nel tuo e nel suo interesse. Questo è anche uno dei motivi per cui un grande venditore può vendere qualsiasi cosa.

Come i telefonini anche le persone hanno un PIN (Personal Identification Number), cioè un ruolo ed un  livello culturale, economico, e sociale , ed un PUK (Personal Un-blocking Key), cioè un insieme di sogni e bisogni, di problemi, di ambizioni. Conoscere una persona significa conoscerne il PUK.

Semplificando, possiamo dire che il PIN è l’indirizzo di una persona, il PUK è la chiave di casa.

Un venditore call

prima ancora di parlare ti ha già etichettato, in base alla tua professione, alla tua età, al tuo look. Si concentra sul  tuo PIN. Vuole classificarti  come potenziale cliente. Parla, parla, studia come fare leva, come fare breccia, “prima vendere e poi le chiacchiere”, e anche quando tu parli   sta pensando, e quindi non ascolta.

Un venditore feel

prima di ogni cosa vuole capire, capire i tuoi obiettivi, i tuoi bisogni, i problemi da risolvere, e, a volte, anche i tuoi  sogni. Vuole scoprire il tuo  PUK, perché sa che quello è il codice di sblocco di una persona. Sbloccare le persone:  il logo del nostro spettacolo per la vendita, che ovviamente si intitola PUK,  presenta gli stessi asterischi che compaiono quando si digita un codice di sblocco digitale.puk

La scoperta del PUK di un  cliente rende  la relazione  molto più profonda, utile e reciprocamente vantaggiosa.

Ma come è possibile  scoprire il PUK del cliente?

E’ possibile, ma per farlo  è necessario  che il rapporto con il cliente sia non solo logico, razionale, ma  anche, e soprattutto emozionale, basato sulle emozioni, sulle sensazioni, sugli stati d’animo: in una parola sui feeling.

Ora, la domanda più intelligente che un venditore possa fare ad un nuovo cliente è la seguente: Mi scusi, ma lei da giovane  cosa sognava di fare?

Perché è una domanda intelligente? Perché molte persone, per i casi della vita, per necessità, per errori, non fanno quello che avrebbero dovuto fare, cioè  non hanno seguito il proprio destino. E sono stati trascinati nel gorgo della vita dalle difficoltà, dalle delusioni (fata volentem ferunt nolentem trahunt). Ma questo non significa che abbiano dimenticato il proprio PUK,  e, pertanto, questo PUK con una semplice domanda può essere riscoperto, e può a volte anche essere realizzato anche nella maturità, magari come hobby.

Certo se scopri il tuo destino, il tuo posto nella vita, cioè il tuo PUK, a 18 anni è meglio che scoprirlo a 50 anni, ma comunque questo PUK c’è sempre, magari assopito, addormentato.

Ecco perché i genitori, gli educatori, non dovrebbero fare troppe prediche, martellando i giovani come in un Call Center, ma dovrebbero aiutare i giovani a scoprire il proprio PUK, come in un Feel Center.

Un educatore dovrebbe  essere un pochino venditore, scoprendo il PUK dell’allievo, ed ogni venditore  dovrebbe comportarsi come un educatore, scoprendo il  PUK del cliente.

PUK

PUK   è anche il titolo di un nostro spettacolo, perché   adottare il nostro metodo Feelings & Sales necessita di un cambiamento culturale che, secondo noi, può essere mostrato ed insegnato molto meglio a teatro.

A teatro il pubblico vede la nostra Brain Machine con cui gli attori scoprono il PUK di uno spettatore scelto a caso tra il pubblico.

brain machine

Si tratta di una macchina che, con… meccanismi sofisticatissimi di risonanza magnetica e neuroimaging…, è in grado di scoprire  cosa pensa una persona, un cliente.

Un grande venditore non ha bisogno di questa macchina (che costa molti milioni di euro!!!) perché lui sa scoprire il PUK delle persone.

Speriamo che gli attori,  le immagini, le musiche e le battute del nostro spettacolo,  insegnino  ai  venditori ad applicare  sul campo   quanto visto a teatro. Ma speriamo anche che  i genitori e   gli educatori a non si fermino al  PIN, ma aiutino i giovani a scoprire il proprio più intimo PUK che motiva ogni persona  a seguire la propria strada.

 

Per sapere quando e come vedere lo spettacolo PUK messo in scena dalla compagnia  

Spettacoli di Matematica APS

processo di vendita

Il processo di vendita? è un gioco!

Il processo di vendita inizia dall’individuazione del cliente e termina quando il cliente è soddisfatto.

Vi proponiamo un “gioco”, con cui stimoliamo i nostri operatori e sales manager a ragionare sui diversi tipi di processo di vendita.

Dobbiamo vendere un telefonino a qualcuno. Davanti a noi ci sono 12 carte che descrivono il processo di vendita. Purtroppo qualcuno le ha mischiate e dobbiamo rimetterle in ordine. Le possibilità di ordinarle sono moltissime, ma ci possono essere sequenze Call e sequenze Feel.

processo di vendita
Ora vi illustriamo degli esempi di risposta dati da diverse categorie.

 RISPOSTA DEGLI INGEGNERI

  1. Illustrare le caratteristiche del prodotto
  2. Mostrare competenza
  3. Proporre soluzioni
  4. Scoprire bisogni e problemi
  5. Illustrare i benefici del prodotto
  6. Affrontare le obiezioni
  7. Catturare l’attenzione del cliente
  8. Promuovere l’immagine dell’azienda
  9. Ottenere un OK
  10. Congratulazione
  11. Domande su famiglia, lavoro, hobby
  12. Comprendere i feeling e i sogni del cliente

 RISPOSTA DEGLI AVVOCATI

  1. Illustrare i benefici del prodotto
  2. Affrontare le obiezioni
  3. Illustrare le caratteristiche del prodotto
  4. Scoprire bisogni e problemi
  5. Ottenere un OK
  6. Domande su famiglia, lavoro, hobby
  7. Congratulazione
  8. Promuovere l’immagine dell’azienda
  9. Mostrare competenza
  10. Catturare l’attenzione del cliente
  11. Comprendere i feeling e i sogni del cliente
  12. Proporre soluzioni

RISPOSTA DEI VENDITORI

  1. Congratulazione
  2. Promuovere l’immagine dell’azienda
  3. Illustrare le caratteristiche del prodotto
  4. Proporre soluzioni
  5. Mostrare competenza
  6. Scoprire bisogni e problemi
  7. Ottenere un OK
  8. Affrontare le obiezioni
  9. Illustrare i benefici del prodotto
  10. Domande su famiglia, lavoro, hobby
  11. Comprendere i feeling e i sogni del cliente
  12. Catturare l’attenzione del cliente

RISPOSTA DI UNA CASALINGA

  1. Catturare l’attenzione del cliente
  2. Domande su famiglia, lavoro, hobby
  3. Comprende i feeling e i sogni del cliente
  4. Promuovere l’immagine dell’azienda
  5. Mostrare competenza
  6. Scoprire bisogni e problemi
  7. Proporre soluzioni
  8. Illustrare i benefici del prodotto
  9. Illustrare le caratteristiche del prodotto
  10. Affrontare le obiezioni
  11. Ottenere un OK
  12. Congratulazione

 

E voi in quale ordine mettereste le 12 carte?