film su leonardo da vinci

Un nuovo film su Leonardo da Vinci, la prossima produzione Feel Center

Feel Center nel 2019 produrrà un film su Leonardo da Vinci, in occasione dei 500 anni dalla morte del grande artista scienziato.

LEONARDO ERA UN INNOVATORE

  • era immerso in un clima culturale fatto di contagio e contaminazione tra varie branche del sapere umano
  • credeva profondamente nella importanza della inseminazione tra diverse discipline
  • è il massimo esempio di quella forma di ingegneria, molto italiana, che unisce Arte e Scienza. Non è il solo: Brunelleschi era un artista ingegnere, Piero della Francesca era il miglior geometra del suo tempo, ed era circondato da pittori matematici come Leon Battista Alberti (vedi  il suo trattato teorico sulla prospettiva matematica). Leonardo parlava continuamente di matematica con Paolo dl Pozzo Toscanelli maestro di matematica  che frequentava la bottega del Verrocchio, e con Luca Pacioli
  • la Firenze di Leonardo era un villaggio mondiale di artisti  ingegneri, dove, al contrario dell’Italia di oggi, si coltivavano molto le arti del quadrivio: aritmetica, geometria, astronomia e musica
  • Nel 1482 era stata pubblicata la prima versione illustrata tradotta dall’arabo egli Elementi di Euclide
  • Leonardo amava sperimentare per innovare (vedi anche la Pittura dinamica e  lo sfumato) e riteneva che la Ricerca non debba avere mai fine nel corso della vita
  • Studiava l’anatomia ed il moto del corpo umano per mostrare i moti dell’anima
  • Leonardo pensa l’elicottero, anche come macchina ludica, anche se nascondeva un concetto innovativo e fondamentale: l’aria è un fluido
  • Andrea Verrocchio favorisce il lavoro di gruppo e la creatività tra allievi: nella bottega si fa pittura, scultura, oreficeria, musica e lo stile di vita del gruppo era molto, molto anticonformista
  • Possiamo dire che nelle botteghe rinascimentali, ed in particolare in quella del Verrocchio, l’apprendimento era flipped, e la classe era molto molto capovolta

LEONARDO ERA UN PROBLEM SOLVER

  • aveva l’ossessione di risolvere problemi, per alleviare la fatica del lavoro dell’uomo, anche con  l’automazione
  • Problema – regolamentare le acque di Milano e dintorni: progetta i navigli, conche, sistemi di irrigazione
  • Problema – dipingere sulla parete umida: inventa una tecnica nuova e nuovi pigmenti per l’Ultima Cena
  • Problema -  la peste che si diffonde più velocemente in città sovraffollate e sporche, che nelle campagne: disegna macchine con turbine idrauliche per la pulizia delle strade
  • Problema – fermare una possibile avanzata dei turchi contro Venezia: progetta un diga mobile per fermare l’esercito ottomano con una grande massa d’acqua
  • Problema – svuotare un canale  di irrigazione: Leonardo inventa un sifone
  • Ma la cosa più importante di Leonardo problem solver è la sua ossessione per ridurre le varie materie a pochi principi, il tentativo di unificare le varie discipline, come l’ottica e l’acustica, di spiegarle in maniera semplice e soprattutto con il disegno.
  • Alla base del problem solving ci sono poche semplici leggi come ci insegna il Toyota Manufacturing System

LEONARDO ERA UN VENDITORE

  • Cercava di capire il PUK dei sui clienti, basta leggere dei suoi incontri con Lorenzo il Magnifico e Ludovico il Moro
  • Tutta la borghesia fiorentina aveva un PUK: commissionare opere che mostrassero al mondo il proprio potere e la propria ricchezza. Leonardo capì che più alto è il prezzo più sarà facile vendere un’opera d’arte…
  • Leonardo ascoltava e sapeva capire il mercato: aveva una grande intelligenza emotiva
  • Si offre a Ludovico Sforza come musicista perché cercano un musicista, poi si offre come pittore scultore e ingegnere di corte; fa offerte per il tempo di guerra e offerte per il tempo di pace, ingegnere di guerra e ingegnere di pace cioè civile, progettista di macchine, architetto, scultore di marmo e bronzo, pittore.
  • A un certo punto si mette in proprio e vende la sua prima opera a Lorenzo de Medici per 25 fiorini, una cifra molto molto alta
  • Apre a Milano  una start-up con i fratelli De Predis, ed ottengono il primo ordine importante: la Vergine delle Rocce dalla confraternita dell’Immacolata Concezione per la chiesa di San Francesco Grande
  • …e lui che fa? Non completa l’opera creando… aspettativa  e facendosi un nome in città – geniale!
  • E una volta fattosi un nome, un grande nome che fa? lascia Firenze perché capisce che la città nascente che aspira a diventare una nuova Firenze è Milano
  • Capisce il PUK di Ludovico, che è  l’ossessione per la morte e la smania di lasciare un segno
  • Leonardo è anche bravo nel marketing relazionale: cura le amicizie con gli alti funzionari della corte di Ludovico Sforza, come aveva fatto anche a Firenze
  • Quando i francesi arrivano a Milano vende i propri servigi ai nuovi padroni della città
  • Quando la vita a Milano si fa irrespirabile si trasferisce a Mantova per vendere i propri  servigi a Isabella D’Este
  • Poi lascia la marchesa e va a vendere a Venezia
  • Poi infine si vende al Valentino, l’uomo del destino che secondo Machiavelli, grande amico di Leonardo, avrebbe dovuto salvare l’Italia
  • Leonardo è stato grande anche come scenografo e regista (vedi l’organizzazione e la coreografia magica della Festa del Paradiso del 1490 per Ludovico nel ducato di Milano)
  • Leonardo come ogni grande venditore ha una grande autostima
  • ed alla fine della sua vita ottiene un vitalizio pazzesco da Francesco I re di Francia: 400 scudi d’oro (circa un milione di euro di oggi)

LEONARDO ERA COME VOGLIAMO ESSERE NOI DI FEEL CENTER, che abbiamo l’obiettivo di  portare  nelle aziende i nostri divertenti format sulla INNOVAZIONE, il PROBLEM SOLVING e la VENDITA.

Se vuoi saperne di più, visita il nostro sito, chiama lo 0669324197 o scrivi a info@feelcenter.it

 

 

Immagini: Autoritratto – Biblioteca Reale, Torino; L’Uomo vitruviano, studio di proporzionalità di un corpo umano - Accademia di Venezia

quanto è giovane il tuo palazzo

Quanto è giovane il tuo palazzo?

Ti piacerebbe sapere quanto è giovane il tuo palazzo? No, non sto parlando dell’età fisica dell’edificio, di quando è stato progettato e costruito, di tutte le transazioni legali associate alla tua proprietà, delle persone che ci hanno vissuto: informazioni che dovresti aver ricevuto al momento dell’acquisto del tuo appartamento.

No, sto parlando dell’EMA, dell’Età Media attuale degli Abitanti del palazzo.
Ad esempio: Milano, palazzo di 15 appartamenti, 6 abitati da pensionati, 5 da giovani famiglie con 3 figli ciascuna, 4 da coppie senza figli, 3 persone in media per appartamento, EMA 58.
Altro caso: Napoli, palazzo di 26 appartamenti, 4,2 persone medie per appartamento, EMA 38.
A chi potrebbe interessare questo dato? Al catasto? Forse. Ai demografi? Probabilmente. Alle agenzie immobiliari? Certamente. Infatti per promuovere un appartamento ad alta EMA, età media degli abitanti, l’agente potrebbe dire: in questo palazzo la vita è molto tranquilla (a parte i cani) niente feste di bambini, niente schiamazzi infatti è un palazzo di EMA 63…
Se deve vendere un appartamento in un palazzo di EMA 35 dirà: questo palazzo è pieno di vita, di idee, i proprietari sono giovani e vogliono curare la manutenzione, ci tengono… infatti è un palazzo ad EMA basso, etc etc…

L’EMA, che ogni anno cambia, e a volte anche molto, sia per decessi, che per compravendite, é un indice interessante, e soprattutto originale, (prima o poi nascerà una app e un utilizzo commerciale) con cui misurare una community.
Cosa misuriamo noi quando entriamo nella community di un call center e lo trasformiamo in Feel Center?
La produttività del gruppo? No, questo indice nei call center è misurato da sempre. La qualità? La redemption? No, si tratta sempre di KPI (Key Performance Indicators) che sono sempre controllati continuamente, a volte anche ossessivamente.
Noi misuriamo la capacità del gruppo di scoprire i sogni e i bisogni dei clienti, quello che noi chiamiamo il PUK (Personal Un-Blocking Key) dei clienti.
Su cento telefonate outbound quante di esse l’operatore ha fatto parlare il cliente che gli ha rivelato il suo PUK? 40, 60, 80?
La vendita è l’arte di scoprire il PUK e, a forza di scoprirlo, ogni operatore scoprirà anche il proprio PUK, cioè quello che vuol fare della sua vita.

Se vuoi saperne di più, chiama 0669324197 o scrivi a info@feelcenter.it

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50 consigli di H-Farm per una start-up

Feel Center è stata inserita nel gruppo di start-up innovative dell’incubatore ed acceleratore di imprese H-Farm, che partecipano al programma Marco Polo e  che sono risultate di grande interesse per alcuni  investitori cinesi.

Chi visita  lo stupendo Human Thinking Park a Roncade (Treviso), trova  numerosi utilissimi e suggestivi  consigli scritti dappertutto, anche nei bagni, tra i quali anche un elenco di 50 suggerimenti  per le start-up, che vi proponiamo qui di seguito:

  1. Parla in modo semplice
  2. Attenzione alla prima impressione
  3. Considera il prezzo l’elemento meno importante
  4. Il tuo marchio è ciò che accade quando vai su Google
  5. Il successo ti può distruggere. Mantieni il focus
  6. Il tuo business non è speciale
  7. Cosa significa per la tua azienda quando qualcuno si cancella dalla tua mailing list?
  8. Smetti di sognare e inizia a vendere
  9. Il tuo business ti emoziona? No? Meglio cercare qualche altra cosa
  10. Non trascurare nulla che possa essere migliorato
  11. La fine del quadrimestre è solo l’inizio del quadrimestre successivo
  12. Forma le tue persone
  13. Tutti devono essere venditori
  14. Punta al miglioramento continuo
  15. Il fatturato va bene. Gli utili pure. Ma il cash è meglio
  16. Lavora duramente, molto duramente e sarai molto fortunato
  17. Il cliente ha sempre ragione, fintantoché è ragionevole
  18. Amministrazione, vendita e marketing non sono dei rivali, ma devono essere integrati tra loro
  19. Stabilire un prezzo non è facile
  20. Un team di successo è caratterizzato da lealtà e dedizione tra le persone
  21. Mantieni l’azienda agile, snella e sobria
  22. Renditi sempre disponibile all’ascolto
  23. Coltiva le competenze
  24. Molte aziende fanno. Le migliori pianificano prima di fare. Le aziende top riesaminano ciò che hanno fatto
  25. Non guidare gli altri grazie alle cariche ed ai titoli, ma con la tua presenza e la vision
  26. Business non significa statistiche ed indici di performance, ma fornire fantastiche soluzioni ai clienti
  27. Non accontentare tutti i clienti
  28. Scrivi appunti di riunione in modo sempre più accurato
  29. Chiediti che tipo di azienda vorresti essere tra 5 anni
  30. Retribuisci adeguatamente i collaboratori
  31. Definisci il tipo di lavoro, la responsabilità e gli standard: questo significa saper delegare
  32. Rivedi periodicamente le tue politiche sulle spese aziendali
  33. Tieni d’occhio la concorrenza, ma non copiare   i concorrenti
  34. Leggere l’ultimo libro su come fare business non è così importante
  35. “Non ho tempo” non è una scusa valida per un imprenditore
  36. Pianifica la carriera dei tuoi collaboratori
  37. Comunica molto
  38. Esamina dove vi sono degli sprechi
  39. Un grande business può nascere da un bel logo e un foglio excel
  40. Sperimenta, impara, applica
  41. Dotati di un piano di disaster recovery
  42. Esci dall’ufficio e guarda con i tuoi occhi ciò che i tuoi clienti veramente pensano di voi
  43. La qualità è un prerequisito, non un extra
  44. Non correre troppo quando assumi qualcuno
  45. Controlla che tutti vendano
  46. Quale è la tua ragion d’essere, il tuo core business?
  47. Non usare e-mail per ciò che necessita di emozioni
  48. Fermati a pensare
  49. Rileggi questa check-list
  50. Divertiti

Come vedete ben 10 consigli su 50 riguardano la vendita, le emozioni  e la formazione, tutti temi  di cui si occupa Feel Center (Feeling & Sales).

SCRIVETECI PER UN CONSIGLIO O UN PARERE

info@feelcenter.it

 

Foto in copertina: trevisotoday.it
intelligenza aumentata

Intelligenza Aumentata per il Recupero Crediti

Quando si parla di supporti informatici e di software gestionali, invece di parlare di IA= Intelligenza Artificiale, dovremmo fare come fanno in IBM e parlare di IA= Intelligenza Aumentata.
Questo sarebbe il caso di un ipotetico software che incorporasse il metodo Feel Center per il Recupero Crediti.
Cosa potrebbe fare questo software?

  • aumentare l’efficacia e l’efficienza delle attività di phone collection
  • valorizzare il portafoglio delle pratiche affidate
  • avviare un processo continuo di crescita professionale degli operatori

Come? Facendo click sul nome del cliente l’operatore potrebbe vedere immediatamente il punteggio del cliente relativo alla sua situazione socio-economica, alla sua digital reputation, e alla sua propensione al dialogo. Queste informazioni sarebbero estremamente utili all’operatore per impostare un dialogo con il cliente.
Un software molto smart potrebbe fornire all’operatore dei suggerimenti, cosa dire e cosa non dire, in base alle caratteristiche del cliente. Potrebbe suggerire delle frasi collaudate che “sbloccano” quella tipologia di cliente. L’operatore non dovrà sforzarsi, improvvisare, e, soprattutto, non dovrà re-inventare la ruota.
Il software potrebbe addirittura misurare il livello di empatia che si è generato durante la telefonata. Infatti per noi di Feel Center l’empatia si ottiene con strumenti misurabili quali il tono, la velocità della conversazione, la percentuale del tempo dedicata all’ascolto e le parole utilizzate. Tutti elementi rilevabili e misurabili con un po’ di IA.
L’operatore potrebbe vedere anche il proprio punteggio, il suo skill level. Il primo punteggio se lo potrebbe calcolare lui stesso, con una griglia di autovalutazione. Successivamente questo punteggio potrebbe aumentare in base ai corsi Feel frequentati, ai Feel Games didattici ai quali ha partecipato e, soprattutto, ai propri risultati di recupero.
Lavorare una pratica di Recupero Crediti non significa ripetere meccanicamente le stesse frasi sperando, prima o poi, di ottenere un risultato, ma significa conoscere i propri punti di forza, saper classificare il cliente, stimolarlo ad accettare un dialogo attraverso domande aperte, creare una relazione empatica con lui, raccogliere informazioni utili all’operatore, ad altri operatori ed all’ azienda, e trasformare ogni relazione in una occasione di crescita professionale.

Noi stiamo lavorando a questo progetto di Intelligenza Aumentata.
Se siete interessati, contattate Aldo Reggiani via mail a.reggiani@feelcenter.it oppure al numero 3357492944

recupero crediti

Recupero crediti con una “spinta gentile”

Le parole motivation e emotion hanno in comune MOT, movimento, muovere, spingere qualcuno a fare qualcosa.

Ma si può spingere qualcuno con la forza, con le minacce, o con la spinta gentile (nudge in inglese), un metodo elaborato da Richard Thaler (vedi il libro La spinta gentile - ed. Feltrinelli).

Richard Thaler, professore  dell’Università di Chicago,  ha vinto nel 2017 il premio Nobel per i suoi studi sull’economia comportamentale e nel suo libro ci spiega come funziona la mente umana e come, con alcuni strumenti di spinta gentile, cittadini e consumatori possono essere orientati, lasciando contemporaneamente loro la libertà di scelta.

Anzi possiamo dire che la libertà di scelta agisce come potente orientatore.

Ben 51 paesi hanno creato degli uffici pubblici per utilizzare le teorie di Thaler a vantaggio della comunità e dello Stato.

Nel mondo ci sono tanti esempi di spinta gentile: la posizione delle pietanze nella mensa scolastica, scalini che suonano per dissuadere le persone dal prendere la scala mobile, la dichiarazione dei redditi precompilata, il cestino dei rifiuti che ringrazia quando vi metti la carta, due  amici che concordano, liberamente, di pagare 500€ l’uno all’altro se non perdono 10kg di peso in un anno, e molti altri.

Ma quali sono i criteri ed i princìpi della spinta gentile?

I più importanti sono: paternalismo libertario, lasciare alle persone la libertà di scelta, sfruttare la naturale pigrizia delle persone (default) e il conformismo (la gente fa quello che fanno tutti gli altri), il fatto che in tutti noi l’avversione alla perdita è molto più forte dell’attrazione per il guadagno.

Per gli operatori del Recupero Crediti si apre una grande opportunità di studiare, elaborare nuovi metodi e nuovi script.

Noi di Feel Center lavoriamo molto sui feeling e sulla spinta gentile, e molti degli strumenti che usiamo con i nostri allievi, utilizzano 3 criteri:

  • cammino di minor resistenza
  • lasciare sempre libertà di scelta,  libertà di sbagliare
  • sbagliando si impara, ma, caro cliente, caro debitore,  quanto vuoi sbagliare prima di imparare?

Il pagamento di un debito è l’inizio di una nuova vita: chi non vuole cambiare qualcosa o adottare una nuova abitudine virtuosa o utile?

Cari operatori di phone collection e di home collection fatevi aiutare dalla spinta gentile!

Vuoi maggiori informazioni? Contatta Aldo Reggiani via mail a.reggiani@feelcenter.it oppure al numero 3357492944

feelm

Produrre Feelm

La grande poetessa ed educatrice Maya Angelou  ha scritto: “People will forget what you said, people will forget what you did, but people will never forget how you made them feel”.

Feel Center produce film per i giovani, per motivarli allo studio di materie STEM (Scienza Tecnologia Engineering e Matematica).

Tutti sappiamo che l’arte, la musica e la natura sono belle e generano emozioni, ma può la matematica provocare simili feeling?

Noi pensiamo che la matematica sia una forma di arte perché dà un senso di ordine ed armonia, ma come rendere un film di matematica un’opera che soddisfi da un punto di vista estetico?

Il professor Richard A. Friedman, che insegna psichiatria clinica nel Weill Cornell Medical, ha trovato una forte correlazione tra l’apprezzamento estetico per una formula matematica e l’attivazione della regione mediana orbitofrontale del cervello, che è la stessa regione, dietro gli occhi, che si accende quando una persona avverte la bellezza di una musica o di un’opera d’arte.

Ma allora la matematica può diventare una esperienza estetica?

Secondo noi questo è possibile ed è ciò che tentiamo di fare con i nostri feelm.

Un feelm è un film in cui i feeling, la componente estetica, empatica, le emozioni, le sensazioni ed il coinvolgimento dello spettatore, più della componente didattica e divulgativa,  sono la chiave per fare in modo che delle equazioni, delle  formule matematiche, possano essere percepite, sentite, quasi “somatizzate”, comprese ed, infine, amate.

Come è noto, il cinema, nei suoi modi non solo tradizionali di fruizione, è caratterizzato da processi di engagement, di embodiment e di simulazione incarnata, ottimamente descritti nel libro Lo schermo empatico di Vittorio Gallese e Michele Guerra (Ed. Raffaello Cortina).

La scommessa progettuale per noi  è la seguente:

  • presentare una nozione astratta, come una formula fisico-matematica,   in forma cinematografica e favorire  processi di simulazione incarnata
  • dare una sensazione  estetica della scienza
  • attraverso le formule  matematiche generare  emozioni, sensazioni, feeling positivi

Vi rimandiamo alla  scena di Lei e Lui in carcere del nostro film Una Magia Saracena, che riscuote sempre tanto apprezzamento da parte del pubblico, sia dei giovani, sia degli adulti.

In sintesi con i nostri feelm puntiamo a:

o   una esperienza estetica

o   un effetto adattativo ed imitativo

o   un tranfert emozionale tra scienziati e spettatori oltre che  tra attori e spettatori

o   far toccare la scienza (anche con le componenti VR ed AR dei nostri progetti)

Ovviamente nel feelm ci devono essere  sceneggiature agili  ed efficaci, che attraverso azione  convincente, peak sequences, sorpresa, suspence, musica, inquadrature suggestive, sapiente montaggio, effetti speciali, facciano vivere ai giovani spettatori incantati la nascita di una magica equazione, che non appare quindi come una astrazione astrusa ed incomprensibile, ma come un patrimonio anche  estetico per tutti coloro che sono  disposti ad avvicinarsi ad essa, e un grande dono all’umanità in generale.

Vuoi maggiori informazioni? Contatta Aldo Reggiani via mail a.reggiani@feelcenter.it oppure al numero 3357492944

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START-UP CALL e START-UP FEEL

Start-up call basata su un prodotto innovativo e aiuti pubblici

Sono sempre più frequenti i casi di start-up che nascono e muoiono, partendo   da una brillante idea di prodotto e dall’aver vinto un bando pubblico.

In genere si tratta di due amici, con forti competenze tecniche, che vengono prima adulati e osannati da funzionari pubblici, che li invitano a partecipare ad una gara per finanziamenti statali o regionali, e poi dagli stessi funzionari pubblici gravati da una mole di adempimenti e rendicontazioni, che fanno loro dimenticare che la cosa più importante è vendere, non rendicontare.

Se poi le quote della start-up erano state inizialmente state divise in parti eguali allora la fine della società è una certezza, come si vede dal grafico seguente.

start-up call

Start-up Feel  basata su esperienza di vendita di uno dei fondatori

La start-up feel, invece, nasce dalla vendita: uno dei fondatori ha maturato una reale esperienza di vendita (almeno due anni) di un prodotto o di un servizio. Conosce il mercato, ha incontrato tanti clienti, lavorando come venditore per una azienda, guadagnandosi da vivere con delle provvigioni sulle vendite.

E’ quindi pronto per fare il grande salto, mettendosi in proprio, anche perché ha delle idee su come migliorare il prodotto o il servizio, rendendolo migliore, più economico o innovativo. Si cerca quindi un socio che abbia esperienze e conoscenze tecniche e lo ingaggia con la promessa di quote della società, ma restando sempre lui la comando.

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In questo modo l’iniziativa parte con il piede giusto, cioè dal mercato, con una struttura in cui le decisioni sono veloci perché non necessitano né di consenso , nè di rendicontazioni .

Poi arriveranno anche gli aiuti pubblici e tutti saranno contenti: il fondatore, il socio di minoranza, che si sentirà miracolato, ed i funzionari pubblici che, tronfi, diranno “quella start-up l’abbiamo creata noi”.

FEEL CENTER AIUTA A CREARE START-UP!

Aldo Reggiani

a.reggiani@feelcenter.it 

 

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Beati i poveri (di materie prime)

Nel mondo ci sono 850 milioni  di persone denutrite, soprattutto in Asia meridionale e Africa Subsahariana. Le radici del problema possono essere molte: malgoverno, guerre, instabilità politica, sfruttamento, un basso tasso di istruzione, status sociale delle donne  e alta mortalità dovuta alle infezioni da HIV e AIDS.

Certamente la causa non può essere la mancanza di materie prime. Vi spiego perchè.

Taiwan, zero materie prime (deve importare anche la sabbia dalla Cina), è il 4° paese al mondo per riserve finanziarie. La stessa cosa vale per Israele, nel deserto e senza petrolio, Singapore, Sud Corea, Giappone, tutti paesi ricchi, senza materie prime.

La vera differenza la fa  il livello della cultura di un paese, partendo dalla scuola, e, di conseguenza, la capacità di innovazione.

Un team dell’O.E.C.D (Organization for Economic Cooperation and Development) ha messo in relazione risultati P.I.S.A (Program for International Student Assessment) con la percentuale di risorse naturali sul PIL di 65 paesi.

RISULTATO: Oil and PISA don’t mix.

Questo è dimostrato da Quatar, Kazakistan  Saudi Arabia, Kuwait, Oman, Algeria, Bahrain, Iran, Siria, ma anche Brasile, Messico e Argentina, tutti paesi che  hanno le più alte riserve di petrolio al mondo e il più basso livello di P.I.S.A.

E l’Italia?

materie prime 3Anche l’Italia è un paese povero di materie prime, e circondato da nemici: da secoli siamo condannati ad innovare per sopravvivere e quindi siamo biologicamente rinascimentali e innovatori.

Infatti l’ Italia, anche se molti non lo sanno, non è male in tema di innovazione nelle aziende.

Vediamo le statistiche Eurostat 2010-2012, esaminando la percentuale di imprese innovative.

L’Italia è quarta in Europa. La media UE è 48,9%  l’ Italia è al 56,1%

Il 29,1% delle imprese italiane hanno fatto  innovazione di prodotto, contro una media europea del 23,7%

Nell’ innovazione di processo: Italia 30,4%, Europa 21,4%

In Italia hanno cambiato organizzazione il 33,5% delle imprese. In  Europa il 27,5%.

Nuove modalità di marketing: Italia  31% vs. Europa 24,3%.

Esaminando i risultati delle  imprese che hanno innovato, sempre dati Eurostat:

  • 60% ha aumentato il fatturato
  • 56% ha abbassato i costi
  • 51% ha aumentato gli utili
  • 29% ha conquistato quote di mercato

Noi di Feel Center vogliamo dare un contributo originale e soprattutto sistematico e organizzato alle pmi in tema di innovazione e di creatività applicata attraverso:

  •  Check-up   per scoprire opportunità di innovazione
  • La   Macchina della Creatività che portiamo nelle aziende clienti
  • Teatro di impresa per la Formazione e coinvolgimento degli addetti
  • Affiancamento sul campo

FEEL CENTER AIUTA AD INNOVARE!

Aldo Reggiani

a.reggiani@feelcenter.it